
13 Lug Ce. Di. Puglia, ok al concordato fallimentare
Corriere del Mezzogiorno
BARI – È andata in porto la proposta di concordato fallimentare della Ce.Di. Puglia, la rete di supermercati salentini fallita nel 2004 dopo un tentativo non riuscito di concordato preventivo. La società nel 2000 era arrivata a sfiorare un fatturato di 500 milioni di euro e contava oltre 1.600 dipendenti, poi a seguito di una politica di acquisizione aggressiva la situazione finanziaria precipitò. Il 3 maggio 2004 fu dichiarata fallita, proprio sui tentativi di salvataggio dell’azienda la Procura di Bari aprì un’inchiesta che coinvolse anche Raffaele Fitto, all’epoca presidente della Regione Puglia. L’8 giugno scorso il concordato, dopo l’omologazione da parte del Tribunale di Bari, il parere del curatore, il professore Giuseppe Trisorio Liuzzi e con il voto favorevole del 90% dei creditori, è diventato definitivo: dopo sette anni, quindi, si chiude un vecchio contenzioso. La proposta di concordato fallimentare era stata presentata al Tribunale il 26 novembre del 2009 da Europa Investimenti ( società nata nel 1988 da un progetto di Stefano Vegni, attiva in particolar modo nelle cosiddette special situation: dalle procedure concorsuali ai crediti incagliati, dalle partecipazioni azionarie in aziende in stato di crisi alle procedure fallimentari) per il tramite di una società di scopo istituita appositamente, la Lanzone Sei srl, controllata al 55%.
Alla presentazione della domanda di concordato il passivo accertato ammontava a 247 milioni di euro. A fronte di tale passivo, Lanzone Sei si è fatta carico di un onere concordatario pari 52,7 milioni, di cui 39 per passività e 13,1 per passività in contenzioso. Inoltre la proposta omologata prevede la garanzia integrale dell’onere concordatario assunto attraverso liquidità per 19,4 milioni, accordi transattivi su passività ammesse e in contenzioso per 7,2 milioni e per i restanti 26 milioni attraverso il rilascio di fideiussione bancaria a prima richiesta emessa dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Nel dettaglio la proposta di concordato prevede il pagamento integrale degli oneri in prededuzione e i creditori privilegiati residui, nonché la soddisfazione dei creditori chirografari secondo percentuali differenziate in cinque classi, con rimborsi da un minimo del 5,6% a un massimo del 20,1%, con un rimborso medio pari a circa il 10% del credito ammesso.