
22 Giu Europa Investimenti Aziende macina utili e cerca nuovi partner
Milano Finanza
Europa Investimenti da un anno procede al ritmo di un’operazione al mese e ora è pronta a crescere. La società guidata da Stefano Vegni è tra i leader in Italia nella realizzazione di operazioni di finanza straordinaria (in particolar modo nell’ambito delle special situations) e di recente ha dato vita a Europa Investimenti Aziende, che avrà l’obiettivo di identificare e facilitare investimenti nel settore del private equità, con particolare riferimento al settore del distressed. Forte dei numeri con il quale è stato chiuso il bilancio 2010, la società adesso è pronta ad aprire le porte a nuovi investitori, che potrebbero aumentare la potenza di fuoco del gruppo permettendo di ampliare il raggio d’azione. Il 2010 ha registrato conti in linea con il 2009 con un utile di 2,1 milioni, mentre quest’anno dovrebbe terminare con un risultato netto di 3,1 milioni. Sono però le cifre relative al business a dare l’idea delle dimensioni del gruppo.
Il valore nominale delle passività fin qui ristrutturate è di 498 milioni, con impegni assunti a favore dei creditori concordatari per 155 milioni a fronte di un valore nominale degli attivi di 818 milioni. Europa Investimenti Aziende opera su tutto il territorio nazionale e ha concluso operazioni da Modena a Napoli, passando per La Spezia e Ancona. L’ultima è stata chiusa nel Lazio. La Arlecchino spa (sede a Sezze, Latina) era attiva nella trasformazione e conservazione del pomodoro dichiarata ed è stata dichiarata fallita nel luglio del 2001. Nel giugno1997 la società era stata ammessa a un procedura di amministrazione controllata e, dopo pochi mesi, a un concordato preventivo conclusosi in una procedura fallimentare. Nel dicembre 2009 Europa Investimenti ha presentato al Tribunale di Latina una proposta di concordato omologata in via definitiva il 24 maggio 2011. Alla presentazione della domanda il passivo accertato ammontava a 36,6 milioni nominali a fronte dei quali Europa Investimenti si è fatta carico di un onere concordatario pari 11,5 milioni assumendo un complesso di attivi, ovvero sostanzialmente revocatorie, due delle quali sono già state translate per 15,6 milioni.